Tre specchi speciali

Alcuni giorni fa ho avuto l’immensa gioia di rivedere attraverso un’applicazione al computer i piccoli artisti che seguono il mio laboratorio “Groviglio d’arte” presso l’Associazione La Casa tra le Nuvole di Buttigliera Alta. Per l’occasione ho pensato di proporre un’attività ad hoc, che rispecchia, credo, lo stato d’animo che in questo periodo accomuna molti di noi e anche i nostri bambini.
L’attività è cominciata con la lettura di un libro per bambini “Berta la lucertola” di Paolo Racca, Romina Panero e Simona Gambaro (trovate al fondo un video con la narrazione della storia). In seguito ho presentato ai bambini le emozioni che vengono descritte nel libro: paura, attesa e gioia.
Avevo chiesto precedentemente alle mamme dei piccoli artisti di preparare tre sagome per ciascuno dell’ombra della testa dei bimbi, riportandola su un foglio. Per far questo è sufficiente utilizzare una lampada o una torcia messa tra il bambino e una parete, a cui appendere un foglio bianco e tracciare i contorni dell’ombra.

Alcune mamme mi hanno giustamente detto che non è stato semplice riportare la sagoma perchè, ovviamente, è impossibile avere l’immobilità totale. Credo già questo sia terapeutico in effetti. Tutto è in movimento, sempre e senza il nostro controllo. Accettiamolo dunque:)
Iniziamo il nostro lavoro prendendo una delle tre sagome a piacere, questa sarà lo specchio della paura. Per questa ragione ho proposto ai bambini di colorarla interamente di nero, con tempere, acquerelli o pennarelli. In testa alla sagoma abbiamo rovesciato una goccia di tempera di altro colore (o anche più colori) diluita e l’abbiamo fatta scorrere sollevando il foglio creando una capigliatura piuttosto spaventata.
Messa da parte, abbiamo preso la seconda sagoma, lo specchio dell’attesa. Al suo interno abbiamo disegnato un prato e della pioggia fitta, ma colorata. Osservando le due sagome fatte ho proposto ai bambini di far crescere qualcosa sul prato dell’attesa, vista la tanta pioggia ne valeva la pena e ho pensato di ritagliare un fiore dalla sagoma della paura che, tutto sommato, non era più cosi paurosa con quei capelli variopinti.
Infine abbiamo creato con la terza sagoma lo specchio della gioia. Regola principale: ridere. Il più possibile. Appoggiando dunque la sagoma sulla faccia della mamma o nostra, abbiamo tracciato occhi naso e bocca tastandoli attraverso il foglio. Sono uscite facce davvero simpatiche!
Ora, perchè “specchi”? Sinceramente ciò che più mi manca in questo momento è la chiaccherata, lo scambio di parole vis a vis con le persone a cui voglio bene. Questo credo anche perchè le parole (quelle autentiche) in qualche modo costruiscono, rinforzano e accrescono, principalmente l’immagine che ognuno ha di sè. Ecco allora che creare degli specchi, noi per primi, che contengano bei messaggi e fatti insieme (anche se a distanza) potrebbero diventare una piccola finestra sul mondo.

Educatrice e mamma