RENDERE FELICI I FIGLI SENZA RINUNCIARE A SE STESSI

di Lucia Attolico
Ascoltare i figli è diventata un’impresa quasi impossibile. Non c’è tempo, le energie sono destinate a risolvere gli innumerevoli problemi quotidiani. Così non si dà retta alle parole dei figli, per la fretta o perché c’è sempre qualcosa di più importante a cui pensare.
Non c’è tempo nemmeno per tollerare l’attesa, ad esempio, quando li aiutiamo a studiare: pretendiamo che capiscano subito le nostre spiegazioni e, quando loro non ce la fanno, non comprendono, ci irritiamo. In realtà siamo noi a non comprendere: hanno bisogno di tempo per assimilare nuove informazioni da connettere a quelle che già possiedono.
I genitori faticano a tollerare l’attesa e allora fanno al posto dei figli.Non c’è tempo per insegnare ai piccoli ad allacciarsi le scarpine o a mangiare da soli. Crescono e non sanno fare cose delle quali dovrebbero avere dimestichezza.
Non credo si tratti di incapacità o di non voglia di educare. Penso che i genitori facciano prima a far così. E questo far prima diventa un’abitudine anche quando non è necessario: a forza di dire “così faccio prima, faccio presto, risparmio tempo”, ci si sostituisce ai figli.
In tal modo i piccoli non sanno fare nulla da sé, non sanno nemmeno che si può fare da sé! Tant’è che quando riescono a far da sé sono colti da sana meraviglia, stupore ed emozionante contentezza: sentono il proprio valore; sentono di poter creare e questo regala sensazioni meravigliose, rende sereni, contenti di sé e del mondo.
I genitori che fanno al posto dei figli in realtà non pensano di togliere qualcosa ai loro piccoli (anzi!), pensano di regalare loro qualcosa di buono. Il fatto è che chi riceve sempre, continuamente, ininterrottamente, finisce per pretendere, arrabbiarsi e infuriarsi, quando l’aspettativa di ricevere viene delusa.
Aspettare che i figli imparino, lasciare che imparino attraverso l’esempio, correggere le loro piccole e incerte azioni, è il segreto che regala la vera felicità ai figli.
Pensa a quando hai creato una torta per la prima volta in vita tua.
Tutto subito non è venuta bene, forse, e allora avrai dovuto apportare qualche modifica all’esecuzione della ricetta fino a quando il risultato non ti ha soddisfatto: hai imparato ad attendere.
Certo, non hai dato la colpa dell’insuccesso a qualcuno poiché la torta l’hai fatta tu: ti sei reso responsabile.
Magari, durante la sua preparazione, non eri sicuro delle quantità occorrenti per i vari ingredienti e avrai dovuto fare a modo tuo, avrai dovuto improvvisare senza essere certo del risultato. Poi, avrai dovuto controllare più volte il livello di cottura dopo aver introdotto la torta nel forno… Hai imparato così a gestire l’ansia.
É questo il modo in cui s’imparano le cose della vita: agendole.
Tuo figlio imparerà ad allacciarsi le scarpe quando ti porrai a fianco a lui e gli mostrerai il procedimento, il come si fa. Lui sbaglierà e tu, con pazienza e amore, lo correggerai. Infine riuscirà ed entrambi sarete soddisfatti. Lui si fiderà di te, come guida, e tu ti sentirai il genitore più in gamba dell’universo.
I bambini agitati
non hanno potuto imparare a gestire la propria interiorità
perché non la conoscono.
Quelli insicuri e confusi
non hanno potuto apprendere a decidere
perché non hanno imparato a realizzare da sé i propri desideri.
Quelli scontrosi
non hanno potuto rasserenarsi perché, nel ricevere affetto,
hanno avuto modelli contraddittori e conflittuali.
Ma, nonostante tutto, c’è
sempre modo di riparare.
I genitori sono i migliori modelli per i figli
quando sanno come fare, come riparare, come muoversi.

Psicologa, psicoterapeuta, specializzata in problematiche familiari nel rapporto tra genitori e figli.