Le donne possono generare i figli, ma non rigenerare gli uomini. Le parole del filosofo Galimberti.

Una cara persona, con un’attenzione particolare verso il prossimo, mi ha inviato un video in cui Umberto Galimberti, filosofo, psicoanalista, sociologo ed accademico, nonché giornalista de La Repubblica, racconta le donne e lo fa con un percorso storico che parte dagli antichi pregiudizi sulla superiorità maschile, per arrivare alle intelligenze, intuitiva e sentimentale, del mondo femminile.
Ho deciso così di scriverci su un articolo, di mettere nero su bianco le sue parole preziose.
Secondo Galimberti, la donna, fin dall’origine dei tempi, è sempre stata vincolata alla natura e quindi non libera. L’uomo, non avendo problemi di vincolo della generazione, ha creato la storia, come suo gioco ozioso, con animali, miti, idee, guerre e politica: tutte faccende maschili.
Secondo il filosofo, nella donna si combatte, molto più drasticamente che nel maschio, il conflitto tra le due soggettività che ci abitano. Una è l’IO (io penso, io creo, io voglio, io desidero ecc.), l’altra è la Specie. L’economia della Specie a cui è vincolata la donna in quanto genera, è completamente in contraddizione all’economia dell’IO. Se noi prendiamo una donna che deve generare vediamo che deve assistere alla deformazione del suo corpo, al trauma della nascita, che non è solo del bambino, alla soppressione del suo tempo, alla dedizione totale al nascituro, e poi all’allattamento, alla cura, alla perdita del sonno, al cambio di pannolini, a tutto. Probabilmente perde anche il lavoro, perdendo il lavoro perde la socializzazione, magari anche i suoi amori, che no, non sono limitati al figlio e al marito. Quindi dal punto di vista dell’economia dell’IO è un vero disastro per la donna, mentre dal punto di vista della Specie un guadagno secco. Conflitto che gli uomini non avvertono.
Galimberti continua dicendo che le donne hanno non solo l’intelligenza logico-matematica, propria anche del mondo maschile, possiedono, oltre a questa, un’intelligenza intuitiva, che è irrazionale. Intravedono le cose dietro l’angolo, le intuiscono. Ed hanno anche un’intelligenza sentimentale, perché il sentimento non è solo una cosa che si sente, è anche una facoltà cognitiva. Una mamma che ama il suo bambino, per esempio, quando piange il piccolo, lei sa perché piange.
Quando una donna si mette a parlare con queste altre due intelligenze, l’uomo le dice: “ma tu sei pazza!” perché non riesce ad arrivare a questa dimensione, a meno che quest’uomo non abbia una confidenza con la sua parte femminile, cosa sempre meno frequente per i cliché odierni.
Infine un prezioso consiglio. Le donne non possono cambiare un uomo, anche se lo pensano.
Il potere di generare della donna, genera in lei un vissuto di onnipotenza molto pericoloso, che si traduce nel pensare di poter cambiare un uomo. No, non si può fare. Gli uomini sono come pietre, non si lasciano spostare dal loro impianto. E per giunta spesso non concepiscono la donna come un altro da sé, qualcosa da scoprire in continuazione per tutta la vita, ma come un possesso. “Mia moglie”, “mia figlia”, aggettivi possessivi che andrebbero eliminati dal linguaggio per Galimberti. La dimensione possessiva fa concepire la donna che vive con l’uomo come una risposta alle sue esigenze e quando questa risposta non arriva più, o quando lei si mette a parlare con le intelligenze di cui lei dispone, inaccessibili alla mentalità maschile, si può arrivare anche al femminicidio.
Il femminicidio lo si può evitare se le donne non si affidano a questo vissuto naturale e intrinseco di onnipotenza. Le donne possono generare i figli, ma non rigenerare gli uomini. Le donne lo devono ricordare, così come devono capire che se un uomo tratta male una donna, quest’ultima lo deve lasciare subito, perché altrimenti è destinata ad una vita di frustrazione.
Infine, due parole anche sui narcisisti ed il loro handicap. Secondo il filosofo, oggi le donne si innamorano dei narcisisti perché sono belli, perché fanno teatro, perché sono affascinanti, ma sono delle persone a cui manca la struttura della relazione e non la acquistano strada facendo nella loro vita. Come si diventa narcisisti? I maschi che sono trascurati dalle madri, oppure hanno madri molto severe, dove non hanno assorbito una dimensione di sentimento, hanno due possibilità per vivere: o vanno in depressione, oppure investono su se stessi. Investire su se stessi è la loro salvezza, ma è la disgrazia per chi ci vive insieme. Le donne sono presenti in maniera positiva solo come un applausometro, uno strumento che conferma sempre le loro scelte e che li gratifica, ma null’altro al di là di questo.
Per Galimberti anche se ci stiamo avviando verso una cultura unisex, la differenza tra uomo e donna è tuttavia radicale. Le donne hanno qualche chance in più, ma devono entrare nella storia fatta dagli uomini e quando entrano nella storia non si devono comportare come gli uomini, si devono comportare come donne, altrimenti la storia non cambierà mai.

Fondatrice ed ideatrice creativa di unamammaperamica