IL RICONOSCIMENTO PRE-NASCITA

di Ida Vanacore
Come funziona il riconoscimento del figlio fatto prima del parto da un coppia non sposata, di fatto o convivente.
Il riconoscimento è la dichiarazione che uno o entrambi i genitori fanno davanti ad un’autorità civile per comunicare che il nuovo nato è figlio proprio. Con tale atto si stabilisce il legame giuridico di filiazione con cui i genitori assumono a riguardo, di fronte allo Stato, diritti e doveri.
Nonostante l’attuale normativa sulla filiazione preveda l’equiparazione dei figli nati al di fuori del matrimonio a quelli nati nel matrimonio, permane ancora una differenza sostanziale sull’attestazione della paternità e la modalità di riconoscimento della prole prima della nascita.
In caso di coppia non sposata, infatti, per il riconoscimento del figlio è necessario che entrambi i genitori si rechino all’ufficio anagrafe, a differenza di quanto previsto per le coppie sposate, per le quali basta un solo genitore. Nelle coppie sposate, paternità e maternità infatti si danno per presunte, allo stesso modo il riconoscimento del nascituro è ovvia conseguenza da parte di entrambi i genitori, salva espressa rinuncia. Così non può essere per le coppie non sposate.
Sostanzialmente il bambino della coppia non coniugata durante il periodo della gestazione si presume della sola madre, fino all’atto del riconoscimento da parte anche del padre.
Ciò dà vita ad una serie di innumerevoli problemi: quello più comune riguarda la struttura ospedaliera. Ricordo perfettamente la valanga di complimenti ricevuti dagli operatori dell’ospedale in cui ho partorito per aver fatto il riconoscimento pre-nascita. La nostra degenza, infatti, è durata alcuni giorni in più rispetto a quelli normalmente previsti e questo, nel caso di assenza di riconoscimento pre-nascita, avrebbe comportato che mia figlia, a cui veniva attribuito un cognome (quello della mamma), in corso di degenza, a seguito del riconoscimento, ne avrebbe poi avuto un altro (quello del papà) . Questo, soprattutto nella grosse strutture ospedaliere, provoca caos nei laboratori e nei reparti.
Inoltre, nelle coppie non sposate, se il riconoscimento è effettuato soltanto dalla madre, al figlio verrà attribuito solo il suo cognome. Diversamente il padre non potrà denunciare la nascita del proprio figlio da solo, questo perché come già indicato, all’interno della coppia non coniugata è presunta solo la maternità. Ne consegue che se dopo il parto la madre, per caso di forza maggiore, non potesse recarsi in anagrafe, il padre da solo non potrebbe mai riconoscere il bambino. Anche più gravi conseguenze poi in tutti i casi in cui durante la gestazione capiti qualcosa al papà o alla mamma.
Per evitare questi problemi, ed a seguito di copiosa giurisprudenza intervenuta in materia, il legislatore ha creato l’istituto del pre-riconoscimento: una dichiarazione effettuata dopo il concepimento, cui devono prendere parte entrambi i genitori.
Purtroppo però in pochi lo fanno!
Io stessa ho faticato a farlo perché l’impiegata all’ufficio anagrafe del Comune in cui abitavo nel momento in cui aspettavo Beatrice sosteneva che non fosse necessario. E mi ha esplicitamente detto che in molte si recavano per richiederlo, dato che suggerito nella agenda della gravidanza, ma a sua discrezione le rimandava a casa. Ovviamente nel mio caso si trattava di inerzia e pigrizia dell’impiegata addetta, che dopo qualche insistenza ha fatto il suo dovere. Una delle cose di cui sono grata dopo aver cambiato casa è quella di avere finalmente a che fare con l’efficienza del mio attuale Comune di residenza!
Comunque, per effettuare il pre-riconoscimento del nascituro (ex art. 254 del c.c.) i genitori devono recarsi presso l’anagrafe di residenza della madre muniti di:
- documenti di riconoscimento in corso di validità;
- certificato che attesti lo stato di gravidanza.
L’ufficio competente fisserà un appuntamento per prestare la dichiarazione di riconoscimento. Tale solenne dichiarazione affermerà che, dall’unione naturale dei dichiaranti, è stato concepito un figlio, che madre e padre si impegnano a riconoscere.
Un ufficiale redigerà un verbale di cui sarà rilasciata una copia alle parti. A questo punto, il bambino verrà attribuito fin dalla nascita il cognome del padre e dopo il parto il padre munito della copia del verbale e certificato di nascita rilasciato dall’ospedale, pur non essendo sposato con la madre del bambino, potrà da solo registrarne la nascita.
Credetemi, è più semplice a farsi che a descrivere!
E quali sono vantaggi? Vi elenco solo alcuni, i più comuni:
- il padre può denunciare anche da solo la nascita del bambino (aspetto da non sottovalutare, si evita alla neomamma di recarsi nell’ufficio competente a pochi giorni dal parto);
- se la madre ha un impedimento a recarsi in anagrafe non vi è rischio che il bambino rimanga privo del riconoscimento, ovvero che trascorrano i 10 giorni canonici previsti per la registrazione della nascita in caso di prolungato impedimento della genitrice;
- in caso di parto in una grossa struttura ospedaliera, si evitano una serie di problemi relativi alla comunicazione dei dati tra reparti e conseguenti perdite di tempo.

Fondatrice ed ideatrice creativa di unamammaperamica
Salve,io sono al ottavo mese di gravidanza ,il mio compagno si trova in carcere in Slovenia,lui vole riconoscere la bimba solo che da 4 messi si trova lì,dal carcere di Slovenia potrebbe fare il riconoscimento pre-nascita ?Voglio che mia figlia alla sua nascita avrà il cognome del padre(non siamo sposati)come mi sembra anche giusto,xfavore rispondetemi grazie!
Buongiorno, non so consigliarla. In bocca al lupo per tutto
Solo un appunto, la dichiarazione può essere fatta presso qualsiasi ufficio di stato civile e non presso l’ufficio anagrafe del comune di residenza della madre
un appunto: il riconoscimento può essere fatto presso l’ufficio di stato civile di qualsiasi comune italiano e non presso l’ufficio anagrafe del comune di residenza della madre
La ringrazio per la segnalazione