Diario delle storie d’amore sbagliate

“La fitta c’è. E colpisce pancia e cuore. A volte s’arrampica lungo la gola, soffoca le parole e i pensieri. E poi spinge fuori le lacrime. Si piange, quando una storia finisce. E poi non si dorme, non si mangia o si mangia troppo, si fuma troppo, si parla. Oppure si sta zitti. Ognuno, al dolore, reagisce come può. E fa male, malissimo. Soprattutto se hai altre ferite che quella storia spezzata va a riaprire: la ferita del rifiuto, della solitudine, del disvalore. Il momento peggiore, per me, è la mattina quando la realtà è pronta, dopo la nottata, a dirti che tutto è finito. Che quell’uomo che ti dormiva a fianco non c’è e non ci sarà, perché semplicemente non ti vuole nella sua vita. E puoi farti milioni di domande, milioni di supposizioni ma no, lui non ti vuole o non ti vuole abbastanza da essere lì. Punto. Niente, in quel momento, può farti stare meglio: qualunque cosa tu possa fare non lenirà né il dolore né le fitte a pancia e cuore. Fa tutto schifo, soprattutto tu. E sopravvivi secondo per secondo, minuto per minuto. Cerchi di stare a galla tra le lacrime. Cerchi sostegni, salvagenti, mani tese. E, per fortuna, le trovi. Sono quelle delle amiche, degli amici, della famiglia, dei colleghi o di sconosciuti che, con un gesto o una parola, ti liberano anche soltanto per un momento dalla tua ossessione. Perché è ossessivo il dolore della separazione. È una spirale che ti trascina verso il basso. Ed è difficile opporsi alla discesa ed è ancora più difficile risalire. Una cosa che ho imparato – grazie Fede! – è che non c’è un tempo entro cui DEVI guarire. Ognuno ha il suo. Non c’è niente che sia giusto e niente che sia sbagliato. C’è la tua guarigione. E solo quella conta. …… Perché, alla fine, quello che conta è stare bene e sorridere: a noi, alla vita, a chi c’è. E forse a chi ci sarà. Con molta, moltissima, calma”.
Ricomincio a scrivere da qui, nel mio minuto per minuto, strappandomi un po’ al silenzio in cui mi sono rifugiata.
Oggi vi presento un libro che ho letto nelle ultime settimane, quando le parole “guarigione” e “sbagliata” erano già presenti nel mio vocabolario.
Non soffermatevi sulla pagina che ho condiviso, questa è solo una tra quelle che ho più apprezzato, forse perché rende bene l’idea di una situazione in cui tutti siamo passati.
Diario delle storie d’amore sbagliate è un libro che fa sorridere ed emozionare. L’autrice, Sara Foresti, racconta le sue storie, avventure e disavventure sentimentali e sessuali, che le hanno permesso di diventare la donna che è ora. Ne fa un racconto puntuale, ironico e reale, con una sorprendente schiettezza. Soprattutto per quanto riguarda il sesso, l’autrice abbatte quelli che per le donne sono ancora dei tabù, e lo fa con ironia. Ho ammirato molto la sua libertà di espressione e, a dire il vero, anche la sua esperienza.
Un libro che ridimensiona il “e vissero felici e contenti” a cui ci hanno illuso per anni nella nostra infanzia, perché no, non c’è sempre il lieto fine. Anzi spesso i finali sono infimi, dilanianti e crudeli.
Ho trovato bellissima l’idea di iniziare dal racconto della sua vita attuale, felice e serena, senza troppi fronzoli, prima di raccontare ciò che è stato con l’uomo mammone, il narcisista, mr sex, l’uomo mosca, il toy boy, l’amico di letto, lo sposato, la star, i fast lovers e così via. Raccontando dell’amore finto, che è più crudele di uno vero, perché sporca i ricordi, degli amori che nascono, vivono e muoiono, ma comunque illuminano, e delle relazioni che di sentimentale hanno ben poco, ma servono comunque a rimettersi in bolla.
Tutte storie sbagliate, che l’autrice ha capito di essersi in qualche modo cercata, per mancanza di sincerità e amore verso se stessa.
Nel finale Sara Foresti dedica una lettera a sua figlia, che credetemi è stupenda. E lo è per quanto è vera.
Un libro sorprendentemente reale, divertente ed anche un po’ terapeutico.
Il mio consiglio di lettura per questa strana estate.

Fondatrice ed ideatrice creativa di unamammaperamica