COME UNO SPECCHIO

COME UNO SPECCHIO

Ed eccoci al vero capodanno, settembre.

Con l’inizio della scuola, la ripresa degli impegni lavorativi e di tutti quelli posticipati al dopo vacanze, settembre è sempre il mese degli inizi e delle riflessioni.  

Il mio rientro dalle vacanze quest’anno è stato molto piacevole da una parte e complicato da un’altra.

Felice di essere tornata alla normalità. Alla mia normalità. Fatta di Amici che ormai sono una famiglia e di un contesto che ho scelto e che mi rispecchia. Complicato per ciò che ho posticipato, per qualche imprevisto e per l’incertezza del periodo.

In tutto questo mi sono fermata a riflettere su come gli altri siano il nostro specchio.

Mi sono dilungata con Lucia Attolico sull’argomento durante un pranzo nel nostro posto preferito, un bistrot all’interno di una libreria in una elegante e storica galleria di Torino.

Mi sono confidata su alcuni recenti episodi di vita. Ho imparato ormai a riconoscere alcune sensazioni nei rapporti con gli altri. Quando qualcuno mi urta particolarmente so che riflette una parte nascosta di me che vorrebbe emergere, idem quando io stessa risulto non gradevole ad alcune persone, so che il problema è in loro.

Non ero pronta però al vacillare per come mi vedono gli altri. E mi sono chiesta, quando gli altri non rispecchiano ciò che siamo cosa accade? Bion (psicoanalista britannico 1897-1979) scrisse che ci si pensa a partire dai pensieri con cui si è pensati. Il riferimento è al bambino e alla sua mamma, Bion lo chiama Reverie: io ti sogno capace e tu lo diventerai pian piano. Qualcosa di simile può accadere nell’adulto? E’ possibile che lo stesso soggetto sicuro e capace, diventi insicuro in un contesto ostile? Gli altri sono lo specchio di noi stessi. Ma se lo specchio è rotto?

Ida Vanacore

Fondatrice ed ideatrice creativa di unamammaperamica 

Un pensiero su “COME UNO SPECCHIO

  1. BELLO!! Se lo specchio è rotto te ne accorgi perché mostrerà quelle pecche tipicamente umane che sono l’invidia, la gelosia, la permalosità e via dicendo. Te ne puoi accorgere perché non usano la critica ma parole scagliate giusto per ferirti. Soltanto le ferite prodotte dalla prima ti aiuteranno a “riflettere” e a capire te stessa. Le altre, quelle lanciate, sono frutto della povertà umana, di quella che si nutre del dolore degli altri per curare se stessi, invano.

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